Arte del Tai Chi Quan Scuola di Tai Chi Bologna

“Il Tai Chi Chuan (太极拳) è prima di tutto rotondo come rotonda è la terra. Aprire e chiudere, kāi (开) e hé (合) sono alla base di ogni movimento. Rilassare è il modo per coltivare la forza. Il Tai Chi Chuan è Nèijiā (內家) Arte marziale interna.”

Impressioni Viaggio in Cina e Stage Luglio 2012

Alberto Negrelli | Notizie e eventi

Pubblicato il: 15 Agosto 2012

Nihao a tutti gli eroi del tai chi chuan, estate importante per la nostra Scuola!

Per la prima volta uno di noi ( io, Alberto Negrelli) si è sorbito un lungo volo in solitaria per andare a trovare il Maestro Shi Rong Hua in Cina, a Wenzhou.

Sono state due settimane di faticosissime bevute e abbuffate in compagnia di Cinesi che sono capaci di stare seduti per ore e che parlavano continuamente di me indicandomi, ridendo, arrabbiandosi, ma senza mai spiegarmi nulla e cercando di farmi bere fino a uccidermi!

Ho anche avuto però la possibilità di fare tui shou ( o come dicono loro: “giocare” ) con circa un centinaio di Cinesi diversi ( mai visti altri occidentali nei giorni che ho passato a Wenzhou ), del gruppo di studio del Maestro Hua e di altri gruppi, ho visto tantissimi sistemi di allenamento diversi e direzioni di studio diverse, ho provato con maestri e grandi maestri che si sono sempre messi in gioco sinceramente.

Ho scoperto che fra tutti (escluso il Grande Maestro di 88 anni, guida per tutti gli altri, di cui non so neanche il nome, ma che mi ha permesso di fare tui shou con lui accordandomi un privilegio insperato), il kung fu ( inteso nel suo significato di “abilità” ) di Hua era il migliore, o almeno quello che a me piaceva di più di tutti; ho scoperto inoltre di poter “giocare” con tutti più che dignitosamente, e che spesso praticanti di tui shou da 20 anni non riuscivano a mettermi in difficoltà tanto quanto i miei fratelli di kung fu ( dicesi “fratelli di kung fu” coloro che sono allievi diretti dello stesso maestro) qui in Italia.

Mi sono reso conto che la direzione di studio che Hua ha impostato con noi in Italia, è la migliore che ho incontrato anche in Cina.

Tutte le mattine dalle 6 alle 11 io e il Maestro andavamo ad allenarci al parco, con altri compagni di studio di Hua, e spesso arrivavano praticanti di tai chi chuan da altri parchi per provare a giocare con “lo straniero”. Spesso venivo caricato in macchina senza spiegazioni e portato presso altri gruppi, in altre zone, dove il maestro locale e/o i suoi allievi avanzati volevano provare con me.

Spesso rimanevano stupiti, a volte frustrati e un po’ arrabbiati dalle mie capacità non perché io sia un granché, ma perché gli anni di duro, lento, avaro lavoro che Hua ha proposto in Italia a chi ha voluto seguirlo, avrebbero permesso anche ai miei fratelli di kung fu rimasti in patria di dimostrare le stesse abilità.

La cosa che ho capito meglio da questo soggiorno è l’importanza fondamentale della “direzione di studio”: come ama ripetere il Maestro, imparare il tai chi chuan è come costruire una casa, quindi è inutile pensare all’impianto elettrico o al colore dei rubinetti quando le fondamenta non sono ancora ultimate.

Quando ho cominciato a praticare tai chi chuan nel lontano 1995, ero affascinato dalle Scuole con un programma vasto di studio: tante forme, studio delle armi, tanti tipi di tui shou…ero convinto che l’apprendimento dell’arte avvenisse per accumulazione, più cose imparo a fare, più diventerò bravo.

Grazie al Maestro Hua, e a questo viaggio in Cina sono sempre più convinto che per diventare veramente abili nell’arte marziale occorre scegliersi una direzione di studio ben definita, con obiettivi precisi e attenersi a quella senza distrazioni. Lo studio di una forma di tai chi per esempio, può richiedere una vita, se il mio obiettivo è approfondirla affinché ogni minimo movimento risulti realmente efficace.

A fine luglio il Maestro è venuto in Italia per il consueto stage di 9 giorni, e in quanto ci ha proposto come programma di studio ha confermato la rigorosissima direzione in cui lui ci sta guidando. Tutte le volte ristudiamo la stessa forma, anzi spesso gli stessi movimenti iniziali, ma ogni volta è una cosa diversa, ogni volta la forma e gli esercizi di tui shou diventano cosa viva, in perenne mutamento ed evoluzione. In particolare in questo stage è stato entusiasmante ( e frustrante!), studiare la forma in un’ottica di efficacia: ovvero se il movimento è corretto, deve funzionare anche a livello marziale, senza bisogno di utilizzare la forza muscolare.

Il semplice termine “rilassamento” ha un significato nel tai chi chuan sempre più profondo e misterioso per chi come noi lo insegue da anni, vedendolo allontanarsi ogni volta che si pensava di averlo finalmente afferrato! Il tai chi chuan come lo intendiamo noi è crescita di tutta la persona, possiamo imparare 10 forme e sentire il Maestro che commenta “sempre uguale, non sei cambiato”, o invece approfondire un principio, ritrovarlo in tutto ciò che facciamo e sentirci dire “bene , adesso tu sei cambiato”.

Per il maestro Shi Rong Ha non conta cosa sai fare, ma quanto sei cambiato, in che direzione stai andando, quanto cambierai ancora, affinché tutta la scuola possa sempre cambiare e progredire verso obiettivi comuni concreti.

Alberto Negrelli

Arte del Tai Chi Quan stile Chen

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