La manifestazione “ Il drago vola sulla caveja “ , che si è tenuta lo scorso 7 settembre a Faenza nasce da un idea di qualche anno fa quando, ispirato da un mito cinese che coniuga insieme musica e arti marziali, ho pensato alla possibilità di affiancare queste ultime alla nostra più tradizionale cultura romagnola.
La prima edizione, tenutasi lo scorso anno, è stata più che altro una grande festa ma il suo successo mi ha spinto a realizzare questa seconda in modo molto più esteso ed organizzato, potendo contare sulla passione e il lavoro degli allievi di Faenza sia in fase preparatoria dell’evento che con la disponibilità di ciascuno a ricoprire le mansioni più svariate durante lo svolgimento della festa.
Quale istruttore de “ L’Arte del Tai Chi Quan “, scuola che frequento da ormai molti anni sotto la guida del M°Sri Rong Hua , mi sono così adoperato per meglio interconnettere questa mia personale passione che affonda le radici nella più antica Cina con la Romagna.
Con l’aiuto degli amici che condividono lo stesso interesse per il mondo orientale, ho riproposto questa edizione come mix interculturale di eventi e spettacoli riguardanti gli adulti ( musica, arti marziali, giochi, massaggi ) e i bambini ( attività fisica, aquiloni, laboratorio di scrittura cinese ) con l’immancabile presenza uno stand gastronomico multietnico fatto di piatti tipici sia cinesi che romagnoli.
Erano presenti l’ANOLF, una associazione che si propone di far conoscere ai bambini le varie realtà possibili, con il laboratorio di “ Case del mondo “ e la Sig.ra Chong Pei che ha tenuto simpatiche lezioni sui primi tratti-ideogrammi della scrittura cinese per bimbi romagnoli con l’utilizzo di pennelli e inchiostri a secco.
Heide Wilm, già mia collaboratrice nella prima edizione, ha sviluppato una lezione di Qi Gong per i più piccoli al fine di far loro conoscere quest’arte orientale così lontana e sconosciuta.
“L’Arte del Tai Chi Quan”, presente con un numero notevole di istruttori e studenti provenienti anche da altre città, si è esibita nell’esecuzione della forma Lao Jia del Tai Chi Chuan.
Inoltre sul “tatami” predisposto per l’occasione, il M° Alberto Negrelli ha sviluppato col gruppo il tema del Tui Shou, al fine del farne comprendere al pubblico numeroso le finalità prettamente marziali pur nel contesto di un arte definita “ interna “.
Altre sono state le proposte, dai massaggi alla divinazione, ai giochi di società tipici cinesi e nonchè numerose le presenze di scuole di arti marziali con specificità diverse, il tutto nell’intento di dare spazio ad una cultura proveniente da lontano nella nostra tradizione romagnola, non per rinnegare quest’ultima ma per promuovere confronto, dibattito e soprattutto conoscenza e comprensione.
Arrivederci a tutti al prossimo anno.